25 febbraio, al cinema I Portici di Fossano il documentario di Remo Schellino sulla malattia mentale

Appuntamento martedì 25 febbraio, alle 21. Presente in sala il regista, alcuni protagonisti e lo psichiatra Raffaele Gozzi

Trattare il tema della malattia mentale attraverso il documentario cinematografico non è impresa da poco. Questo lavoro, finanziato dall’Asl Cn1 e dal Comune di Ceva, vuole essere uno strumento per comprendere e capire la malattia mentale al di là dei preconcetti e dei pregiudizi, a oltre 40 anni dalla Legge Basaglia che il 12 maggio 1978 decretava la chiusura dei manicomi: “D’ora in poi sappiamo che c’è un altro modo di affrontare la questione; anche senza la costrizione”, affermava Basaglia.

La proiezione si svolge martedì 25 febbraio alle 21 al Cinema Teatro “I Portici” (via Roma 74, Fossano), in collaborazione con l’associazione “Help For You” e cooperativa sociale “Il Ramo” che promuove il progetto “Exit”: un modo per favorire l’inclusione sociale, abitativa e lavorativa nella vita quotidiana delle persone con disabilità fisica e psichica. Il progetto “Exit – Uscire dagli schemi” rientra nelle azioni del bando regionale “We-Care/2”:  “Il mezzo cinematografico, e questo documentario, esprimono bene quello che stiamo cercando di portare avanti col progetto – dicono da ‘Il Ramo’ -: uscire, per poter entrare davvero nella vita vera, non da spettatori ma da attori protagonisti del palcoscenico della realtà”.

I protagonisti sono gli utenti del servizio psichiatrico ospiti del Centro diurno di Ceva: uomini e donne fra i quaranta e i sessant’anni, persone che quotidianamente devono lottare per evitare di essere sopraffatti da una realtà parallela che non permette loro di godere a pieno ciò che il mondo reale offre. L’obiettivo è di avvicinare il pubblico al tema e offrire, a chi usufruisce del mezzo cinematografico, di mettere in evidenza risorse creative, ma anche le qualità strettamente filmiche e poetiche. È il racconto di sé stessi in forma biografica: i loro deliri, le stranezze, le composizioni poetiche, la voglia e il desiderio di esprimersi. Quest’approccio ha l’intento di far acquisire nuove informazioni attraverso il racconto filmico delle proprie storie personali; sensazioni utili a interpretare una realtà e a fare uso del proprio vissuto a fini diagnostici e conoscitivi.

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Unico set utilizzato è stato quello del Teatro Marenco di Ceva – dice il regista e ideatore del documentario, Remo Schellino -. Davanti allo specchio del camerino ogni utente del Centro lo vedremo in fase di vestizione e nell’intento di truccarsi in un personaggio che lui stesso ha scelto. In questo tempo dedicato ai preparativi, dietro le quinte di un ipotetico spettacolo, ognuno racconterà i sogni, le aspettative, le paure. In un secondo momento, come fosse un giorno di prove, i personaggi saliranno sul palco nell’intento di provare parti dello spettacolo. In realtà saranno nient’altro che libere espressioni: canto, recitazione, interpretazione, dove agli occhi dello spettatore i protagonisti appariranno attori di un vero spettacolo. Il finale vedrà gli attori-pazienti salire sul palco del teatro e ponendosi uno di fianco all’altro, dandosi la mano, faranno l’inchino rituale di fine spettacolo, rivolgendo lo sguardo in direzione della platea vuota e senza pubblico. Il vero e unico spettacolo è quello nascosto, nel retroscena, quello della vita raccontata a sé stessi riflessi in uno specchio”.

Ringraziamo Remo Schellino – dicono Francesco Risso, Raffaele Gozzi e Monica Diana con tutta l’equipe del reparto di Psichiatria dell’Asl Cn1 – per aver colto con rara sensibilità e capacità narrativa la normalità ‘parallela’ nella quale tutti i giorni noi operatori cerchiamo di tradurre un interesse umanitario in capacità tecniche. Abbiamo imparato molto da questa esperienza che contiamo si possa ripetere per arricchire ulteriormente il nostro lavoro futuro”.

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